(e dormire più tranquilli)
Cybersecurity non significa più “avere un antivirus e fare qualche backup”. Significa proteggere dati, processi e persone in un mondo digitale sempre più esposto.
Se la tua azienda non ha ancora affrontato seriamente il tema, questa lista ti offre un punto di partenza pratico. Nessuna teoria: solo ciò che davvero serve fare nel 2025.
1. Attiva l’autenticazione a più fattori (MFA)
La password non è più una difesa sufficiente. Troppo spesso è riutilizzata, debole o compromessa in fughe di dati. Con l’autenticazione MFA, anche se le credenziali vengono rubate, l’accesso è bloccato senza il secondo fattore (es. app di autenticazione o SMS).
Implementala su:
- email,
- VPN,
- Verwaltungssysteme,
- piattaforme cloud,
- portali di clienti/fornitori.
👉 È una delle prime cose che chiedono assicuratori, clienti enterprise e autorità in caso di ispezione.
2. Aggiorna regolarmente sistemi e software
Molti attacchi informatici si basano su falle già note (e con patch disponibili da mesi o anni).
Il vero problema è che le aziende non applicano gli aggiornamenti in tempo.
Devi avere:
- una politica chiara di patch management,
- una pianificazione per i sistemi legacy,
- monitoraggio automatico delle versioni.
👉 Un sistema non aggiornato è come lasciare la porta aperta. Sempre.
3. Installa soluzioni EDR o XDR, non solo un antivirus
Gli antivirus tradizionali si basano su firme statiche: non vedono nulla di nuovo o personalizzato.
Le soluzioni EDR (Endpoint Detection & Response) e XDR (Extended Detection & Response) analizzano comportamenti anomali, correlano eventi e bloccano le minacce avanzate, anche quando il malware è sconosciuto.
Possono:
- isolare automaticamente un dispositivo infetto,
- bloccare processi sospetti in tempo reale,
- fornire visibilità completa su cosa è successo e quando.
👉 Senza EDR/XDR oggi sei cieco davanti agli attacchi moderni.
4. Segmenta la rete e applica logiche Zero Trust (ZTNA)
In molte reti aziendali, se un dispositivo viene infettato, può raggiungere tutto il resto.
Segmentare la rete significa separare ambienti (es. amministrazione, produzione, ospiti), limitando la propagazione di minacce.
Con lo ZTNA, ogni accesso è valutato in base a identità, contesto e dispositivo. Nessun accesso è automatico.
👉 Zero Trust non è uno slogan, è un cambio di mentalità: niente fiducia implicita, mai.
5. Esegui backup sicuri e testali regolarmente
Avere un backup non basta. Serve che sia:
- automatico,
- isolato (air gap o su cloud sicuro),
- cifrato,
- verificato periodicamente per essere sicuri che funzioni davvero.
Molte aziende scoprono troppo tardi che i backup erano corrotti, non aggiornati o… mai completati.
👉 Il backup è la tua ultima difesa. Deve funzionare quando tutto il resto fallisce.
6. Forma i dipendenti: phishing e truffe digitali colpiscono ogni giorno
La tecnologia può molto, ma l’errore umano resta il primo vettore di attacco.
Email ben costruite, falsi aggiornamenti software, messaggi da “colleghi” o “fornitori”: i tentativi di phishing sono sempre più sofisticati.
La formazione non è un corso una tantum, ma un processo continuo:
- simulazioni periodiche di phishing,
- pillole formative,
- campagne di awareness mirate ai ruoli più esposti.
👉 Se le persone riconoscono un attacco, l’intera azienda è più sicura.
7. Mappa i tuoi asset critici e valuta i rischi reali
Non tutto ha lo stesso valore. Per proteggere in modo efficace, devi sapere:
- quali sistemi sono davvero vitali (ERP, CRM, database, e-mail, ecc.),
- dove risiedono i tuoi dati più sensibili,
- quali processi non possono fermarsi.
Da lì puoi costruire le priorità di protezione.
👉 Una buona strategia parte da una buona mappatura.
8. Crea un piano di risposta agli incidenti (IRP)
Quando qualcosa va storto — e prima o poi succede — non si può improvvisare.
Un buon Incident Response Plan definisce:
- chi fa cosa (ruoli e responsabilità),
- quali sistemi isolare e come farlo,
- chi contattare (internamente ed esternamente),
- come comunicare con clienti, autorità, fornitori.
👉 Sapere cosa fare nei primi 30 minuti può salvarti giorni di fermo e milioni di danni.
9. Valuta la sicurezza dei tuoi fornitori e partner
Molti attacchi partono da terze parti. Se un fornitore ha accesso ai tuoi sistemi, deve rispettare standard minimi di sicurezza.
Fai domande:
- Usano MFA?
- Fanno backup?
- Hanno subito attacchi recenti?
- Hanno un responsabile sicurezza?
E inserisci queste esigenze nei contratti.
👉 La tua sicurezza dipende anche da loro. E questo ti rende legalmente responsabile, in parte.
10. Monitora la rete in tempo reale (NDR, XDR, SIEM)
Non basta avere regole di sicurezza: serve visibilità.
Monitorare la rete significa:
- sapere chi accede e da dove,
- intercettare comportamenti anomali (es. cifrature sospette),
- agire prima che il danno sia fatto.
Tecnologie come NDR (Network Detection & Response) o XDR ti danno una vista centralizzata su tutto l’ambiente.
👉 Vedere in tempo reale cosa succede è la base per reagire rapidamente.
10 azioni. 1 priorità.
Se stai cercando da dove iniziare, inizia da qui. Questa checklist non risolve tutto, ma riduce sensibilmente il rischio di essere colpiti o, peggio, di non saper reagire quando succede.
Nel 2025 non esiste più il “non abbiamo niente di interessante”: ogni azienda è un bersaglio potenziale. La differenza la fa chi è preparato e chi no.



